“Mi vedo come qualcuno che parte, esplora e poi, alla fine, scopre. L’unica cosa che so fare è affrontare un luogo camminando. Questo è ciò che fa un fotografo della strada: cammina, osserva, aspetta, parla, e poi guarda e aspetta ancora un po’, cercando di non perdere mai la fiducia nel trovare subito dietro l’angolo qualcosa di inatteso, di sconosciuto, oppure il lato nascosto di cose che conosce già”. Alex Webb
Nato a Milano nel 1971, Gianmarco Taietti si laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. Durante gli anni universitari rimane affascinato dalla camera oscura e si appassiona alla fotografia.
Nel Giugno 2019 collabora come assistente del fotografo Livio Moiana per una serie di ritratti, scattando anche fotografie di back stage.
Nello stesso mese, in occasione della mostra “A mano a mano” tenutasi presso il Museo civico Floriano Bodini a Gemonio, espone una serie di fotografie che raccontano il progetto del pittore Samuele Arcangioli per omaggiare “Il lamento sull’ucciso”, un gruppo scultoreo del 1961 collocato al centro del cortile del museo.
Eclettico e creativo, Gianmarco esercita inoltre il suo talento con successo nei settori della grafica e della comunicazione.
Nel Settembre del 2019 la Fondazione Luciana Matalon ospita la sua personale dal titolo Dignità, un racconto per immagini che ha come protagonista l’uomo nella sua dimensione lavorativa.
Nel 2022 sempre alla Fondazione Luciana Matalon espone una mostra intitolata "Incontri a Lula – Adzovios a Luvula".
Una mostra fotografica che riunisce gli scatti di Nello e Gianmarco Taietti realizzati a Lula, nell’aspra regione della Barbagia in Sardegna.
L’esposizione, curata da Mariangela Dui, raccoglie circa cento fotografie di medio e grande formato, in bianco e nero e a colori, che raccontano la quotidianità a Lula. Un territorio difficile, segnato dallo spopolamento ma, allo stesso tempo, caratterizzato da forti radici e dalla volontà dei suoi abitanti di mantenerne viva l’identità e l’eredità.
Nel suo lavoro la padronanza del linguaggio fotografico si unisce alla documentazione delle condizioni di vita e del lavoro degli uomini, cogliendo inaspettatamente i soggetti in situazioni reali e spontanee.
Straordinario architetto di luci e ombre, Gianmarco rende eterni momenti che altrimenti sarebbero solo lo sguardo fugace di un passante.
Il suo viaggio personale si riassume nei concetti di ricerca, scoperta, osservazione e soprattutto fotografia.
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